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11 agosto 2012

Ferrata Tomaselli-Monte Lagazuoi (Dolomiti: gruppo Fanes)


 
Ferrata  Cesco Tomaselli - Monte Lagazuoi (Dolomiti Gruppo Fanes)

Un  anno dopo le Torri del Vajolet volevo assolutamente ritornare ad immergermi nel paradiso delle Dolomiti e come al solito ci ha pensato Franco ad organizzare la cosa: approfittando di essere in vacanza entrambi in Trentino e nello stesso periodo, il guru miradolese della Montagna ha studiato un attimo le varie opzioni e infine mi ha snocciolato 3 o 4 escursioni che aveva pianificato con cura.

Quella più affascinante fra quelle proposte, comunque tutte ugualmente belle, mi è sembrata la Ferrata Cesco Tomaselli, con partenza dal Passo Falzarego, salita al Piccolo Lagazuoi, avvicinamento all’attacco della Ferrata (Bivacco Della Chiesa) percorrendo l’inizio della Val Travenanzes all’ombra delle Tofane e poi finalmente la Ferrata vera e propria, molto tecnica e panoramica, che raggiunge la Punta Sud delle Fanes 2980 mt.

Ritorno passando per il Rifugio Lagazuoi e discesa attraverso gli scenari della Prima Guerra Mondiale, fra le trincee Austriache e le intricate Gallerie scavate in questo monte, conteso tra gli eserciti Italiano e Austro-ungarico.

Detto=Fatto! Sabato 11 Agosto prendo la macchina, e da Riva di Tures dove sono in vacanza scendo in Val Badia e raggiungo Franco proveniente da Colfosco e ci dirigiamo alla meta. Siamo in tre: io (Giuseppe), Franco ed Alessandro (grande appassionato di montagna, degno figlio di cotanto padre).

Arrivati al Passo Falzarego lasciamo la macchina al parcheggio da dove parte la funivia che porta direttamente e comodamente al rifugio Lagazuoi. Noi naturalmente la evitiamo per poter salire le pendici del mitico Lagazuoi in tutta tranquillità, senza perderci un solo metro di quell’ambiente fantastico che pian piano ci rivela panorami mozzafiato delle belle e numerose cime che circondano questa zona (o come potranno insinuare i malpensanti, per non pagare i 14 Euro a cranio del biglietto: piògi!).
Il Piccolo Lagazuoi con il rifugio, punto di arrivo della funivia



Al suo fianco la Punta Berrino e sotto di essi la cengia Martini, da dove partono le gallerie della Grande Guerra che portano alla cima.



Cominciamo a salire e già si svelano le prime cime...
In primo piano il caratteristico Sas de Stria, alle sue spalle il verde Col di Lana (famoso campo di battaglia della Grande Guerra) e più in là ancora la Marmolada col suo ghiacciaio (o quel che ne resta).



Salendo ulteriormente le pendici del Lagazuoi...

 ...il sole del mattino alle nostre spalle illumina da destra a sinistra: l’Averau, le cime frastagliate della Croda da Lago, le 5 Torri di Cortina e la piramide dell’Antelao.


Arrivati alla Forcella Travenanzes imbocchiamo l’omonima valle , sovrastati a sinistra dalle frastagliate pareti del Lagazuoi Grande e accompagnati a destra dalle morbide e ombreggiate Tofane.

Le pareti ad est del Lagazuoi Grande


La Tofana di Rozes e, dietro, la Tofana di Mezzo
 
 Arrivati alla forcella del Grande Lagazuoi troviamo sotto di noi finalmente il punto di attacco della ferrata, il Bivacco Della Chiesa, ma soprattutto ci si para davanti un ventaglio di spettacolose montagne.

Centralmente si può vedere il Gruppo del Sella...
...con la bianca cima del Piz Boè. Alla sua sinistra il Passo Pordoi con sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio. Alla destra del Sella il Passo Gardena. In basso a destra il Bivacco Della Chiesa.




A destra del Passo Gardena le montagne che sovrastano Colfosco e Corvara: la punta centrale in ombra è il Sassongher con alla sinistra il Ciampac e la punta del Gran Cir mentre alla destra la cima piatta in ombra del Col de la Pieres e all’estrema destra le favolose guglie delle Odle.

Con questa "zummata" di Franco quasi riusciamo a vedere Angela e Grazia, lasciate sole alla casa di Colfosco.
Ma si sa: Via la gata i rati i balun (chissà cos'hanno combinato le due donzelle nell'attesa dei loro uomini!)
 
  Ma veniamo a noi… questo è il tracciato della Ferrata Tomaselli che ci apprestiamo ad affrontare.

Bello tosto!
 
...e questi sono i baldi giovani pronti per l'impresa!
Le ultime volontà di Frank al figlio:"S'am suced un quei cos voi es suplì chì, in mes ai mè muntagn!"
 


                           
                     Scherzi a parte, la ferrata inizia subito con uno strappo verticale...

...e poi con un traverso molto esposto che però superiamo brillantemente.

  

Ecco Ale sullo sperone che domina la vallata di S.Cassiano e più in fondo la parte terminale della Val Badia


Percorriamo poi tratti più rilassanti, imbattendoci in divertenti creazioni della natura come questo torrione sbilenco
Adesso ci aspetta ancora un diedro da salire per arrivare alla rampa finale di cui potete notare la estrema verticalità
Il superamento del diedro...

...ancora un ultimo sforzo finale...


...ed ecco in cima il trio delle meraviglie: Ale, Franz e Pino dei Palazzi.
Sembra davvero di esser in Colorado, con le Tofane alle spalle che non hanno nulla da invidiare al Grand Canyon

Questo è il Comitato di accoglienza che abbiamo trovato ad attenderci
Queste le cime visibili a 360° sulla vetta:
 

 
La Tofana di Rozes che sembra un panettone ricoperto di glassa
 
 
 
Da sinistra: la Croda da Lago, dietro, sopra l'altopiano in lontananza il Pelmo, sotto, le 5 Torri di Cortina, il rifugio Scoiattoli in mezzo alla conca e alla sua destra il Nuvolau e l'Averau, poi all'estrema destra più lontano il Civetta
 
 
 
Sempre spaziando con lo sguardo verso sud, in questa foto dopo il Civetta e il Col di Lana abbiamo in lontananza l'Agner, centralmente le Pale di S.Martino e a destra la Marmolada. Più vicino, in centro, il rifugio Lagazuoi

 
Sul versante nord abbiamo delle caratteristiche vette dolomitiche:  qui davanti a destra, con la cima arrotondata è la Torre di Travenanzes, davanti  lei la Punta di Mezzo e al centro sotto di esse il Cadin di Fanis






Dopo esserci brevemente rifocillati e scambiato quattro chiacchiere con i ferratisti (e le ferratiste) che via via arrivavano in cima, decidiamo di scendere: ci attende un’altra vera e propria impegnativa ferrata da percorrere a ritroso (in gergo tecnico “ a cù indrè”). La nostra meta è adesso il Rifugio Lagazuoi.
Alessandro che fa il "Ganasa", zompando giù dai dirupi...

...mentre noi ci attacchiamo ad ogni fune o maniglia possibile.


Dovremo scendere questo canalone, aggirare a sinistra il Lagazuoi Grande che ci si para davanti (centralmente nella foto) e poi risalire per arrivare finalmente al Rifugio che si può vedere in alto a destra
 
 
 

 Ci imbattiamo in questa famosa curiosa formazione rocciosa che molti hanno paragonato al profilo del Duca di Montefeltro dipinto da Piero della Francesca. E' vero, ma a me sembra anche somigliante a Mr Magoo con un turbante calato sugli occhi.
 
 
Finalmente arriviamo al Rifugio Lagazuoi
 
 
...e Ale si sbafa un piattazzo di spaghetti al ragù sotto il mio sguardo estasiato (qualcuno di voi dirà "da imbecille")

...mentre io e Franco alziamo i calici (ma non vi sembra che foto del genere siano un po' troppo frequenti su questo blog?)


Un ultimo sguardo del panorama dalla balconata del rifugio:

Da destra il Cernera, il Pelmetto e il Pelmo, la Croda da Lago, il triangolone dell'Antelao ed i triangolini del Gruppo delle Marmarole

Al centro il Sassongher e dietro le guglie delle Odle (di cui sono innamorato)


Ora è proprio giunto il momento di scendere al parcheggio
Dobbiamo passare attraverso le trincee Austro-ungariche della Grande Guerra...
 
...ed imboccare le Gallerie che ci condurranno alla Cengia Martini dove il comodo sentiero ci riporterà al Passo Falzarego.
 
Attraversare queste trincee, queste Gallerie, ti portano obbligatoriamente col pensiero a quegli uomini che, ognuno per la propria Patria, hanno faticato, sofferto, combattuto ed in molti casi dato la vita per le future generazioni. Di sicuro loro non avrebbero voluto essere lì, ad ammazzare altri esseri umani, ma ci sono stati costretti “dai potenti”che decidono le sorti mettendo in gioco però la vita degli altri. Ma loro non si sono tirati indietro (e forse non hanno nemmeno potuto), ed eroicamente hanno compiuto fino in fondo il loro dovere. Mi domando: il loro sforzo è valso a qualcosa? Siamo noi stati degni del loro sacrificio? Abbiamo costruito un mondo migliore dopo quell’esperienza? A giudicare dal fatto che solo vent’anni dopo abbiamo combattuto un’altra Guerra Mondiale ho dei forti dubbi.
Ed eccoci qui, ritratti fra le nostre amate montagne a tener alto l'onore del CAIM di Miradolo.
A proposito del CAIM facciamo i nostri più sentiti auguroni di pronta guarigione a Romolo (uno dei fondatori) che proprio in questi giorni era incappato in un infortunio non da poco: ti aspettiamo presto fra le cime.
Infine che dire? Grazie Franco.Grazie Alessandro. Per me questa è stata una delle più belle giornate di Montagna che abbia mai trascorso e vi sono riconoscente per l'occasione che mi avete dato.
 
















1 commento:

  1. Finalmente siamo riusciti a trovarci in vacanza con Giuseppe e ne è uscita una grande giornata nel cuore delle Dolomiti e il ragazzo " al rampega me un giuvnot " Grande Peppe

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