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9 dicembre 2012

Pietra Parcellara


9 Dicembre 2012

Pietra Parcellara


Abbiamo concluso il 2012 con una “ scampagnata “ a Pietra Parcellara in veste invernale


E’ una bellissima giornata di sole quando io e Vittorio saliamo alla Parcellara

 

Vittorio non era mai stato sino in vetta, speravamo solo che non ci fosse troppa neve sul sentiero .

  

Arriviamo in cima senza difficoltà e lo sguardo percorre tutto l’arco alpino

 

“Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera “

Manca solo una bella birrettina ……. 

2 ottobre 2012

Deffeyes


2-3 Ottobre 2012
La Thuile- Deffeyes
 

L’anno scorso al bivacco Reinetto ci eravamo proposti che la prima scelta per il 2012 fosse la Tete de Valpelline,  cima già tentata anni fa agli albori del Caim  .

Cosi dopo aver sentito Caio e Graziano iniziamo ad organizzare la trasferta , ma come sempre bisogna fare i conti con il tempo perchè proprio nel fine settimana  le previsioni  mettono  neve sopra i 2500 m.
Posticipiamo l’escursione di due giorni, purtroppo questo comporta la rinuncia di Graziano e Caio per impegni, allora la scelta cade sul rifugio Deffeyes  al cospetto del ghiacciaio del Rutor.
Martedì mattina partenza per la Valle d’Aosta: io, Ivan e Vittorio siamo fiduciosi che il tempo sarà bellissimo e rilassati perché finalmente ci aspettano due giorni in montagna nella quiete più assoluta .
Arrivati a la Thuile  in  località   La Joux  1650 m.  parcheggiamo e iniziamo a incamminarci seguendo le indicazioni per il rifugio .


 

 

Attraversato il torrente Rutor ci inoltriamo nel bosco di conifere sino a giungere alla prima delle tre cascate che si incontrano nella prima parte di sentiero .
 

 
La  valle è stupenda il torrente che scende a volte tranquillo a volte impetuoso crea scorci che richiamano a paesaggi del nord America .




Ed è in una di queste anse tranquille che ci fermiamo a fare uno spuntino  prima di riprendere a percorrere i quasi  900 metri di dislivello  sino al rifugio .
 
 
 

Man mano che saliamo inizia ad apparire pezzo dopo pezzo come un immenso mosaico la catena del monte Bianco con tutte le sue cime che hanno fatto la storia dell’alpinismo .
 
 
 
 
 


Dopo circa tre ore  di cammino ci troviamo al cospetto del ghiacciaio del Rutor con ai suoi piedi il rif. Deffeyes




 

Dopo esserci sistemati al rifugio e visto che il pomeriggio ci concede ancora qualche ora di luce, ne approfittiamo per un giro di perlustrazione della zona circostante:  vari sono i torrenti che escono dai laghi creati dal ghiacciaio, ed è proprio uno di questi che domani dovremo attraversare per seguire le tracce di sentiero che ci porteranno verso i laghi di Bella Comba.

 

 

Il sole inizia a calare ed è ora di rientrare, ma la giornata non è finita: ci aspetta una cenetta al lume di candela che tutti insieme ci prodighiamo a preparare  .
 

 

Dopo aver cenato ci accorgiamo che fuori il buio è sceso totalmente, ed è allora che entrano in scena i professionisti della fotografia .
 


E’ impensabile che in una notte come questa, senza una nuvola a 2500 m di quota non si esca a fare delle foto, ma soprattutto ad ammirare la volta celeste, immagini del “firmamento “ che non siamo più abituati a vedere per via dell’inquinamento luminoso delle città, o per lo meno a vederlo nella sua pienezza .

 

Ed ora a dormire , domattina sveglia presto, colazione e partenza verso il laghi di Bella Comba .


I primi raggi  illuminano il M. Bianco e anche noi ringraziamo “ fratello sole “ che soprattutto ci riscalda dopo una notte alquanto fresca.

  

Colazione fatta,  pulizie fatte,  tutto è in ordine?  si ………….  Allora partenza.

 

 

Passiamo il torrente visto il giorno prima, lo costeggiamo per un tratto fino a che si perde in un dedalo di rocce per poi riprendere la sua corsa verso valle, ed è così che prosegue anche il nostro cammino e più perdiamo quota più ci immergiamo nei meravigliosi  colori autunnali che la montagna ci offre.

  

 

Finalmente arriviamo ai laghi!  Non riesco ad immaginare in agosto quanta gente possa venire a fare una passeggiata ad ammirare ciò che questi luoghi offrono in bellezza paesaggistica, anche perché per raggiungerli  non si passa per il rifugio ma il sentiero tradizionale devia molto prima. Noi invece ci arriviamo senza incontrare anima viva , immersi nel silenzio che solo i vari torrenti e cascate rompono.

 

Ci fermiamo in riva a queste acque cristalline a mangiare  prima di riprendere il sentiero del  ritorno .

 

Ma poi chi vuole tornare ?

Ma così è: la nostra vita è in pianura e il tornare a casa nella nostra quotidianità ci fa poi ricordare l’esperienza vissuta insieme e iniziare a pensare alla prossima ……


……..  continua

9 settembre 2012

RIFUGIO COCA

Rifugio Coca  -Valbondione



  9 settembre 2012

Ero già stato al rif. Coca tanti anni fa con Valter ed ora ci sono ritornato volentieri con l’amico Vittorio. Purtroppo Ivan non ha potuto, ma sarà sicuramente per un un’altra volta.

Arrivati a  Valbondione  iniziamo la salita passando tra boschi di faggi, poi la valle si apre su panorami sempre più ampi.

 Dopo una sosta per la consueta “Vito’s brioche time” riprendiamo la salita che è sempre costantemente ……………in salita  sino a  giungere a tratti attrezzati con catene, non perché più difficoltosi ma perché su queste rocce levigate è una sicurezza in più in caso di neve, ghiaccio o pioggia.
 
 
Dopo un’ ora circa  di cammino giungiamo in vista del rifugio che ci appare appollaiato su un dirupo da brivido .
 
 
L’ entusiasmo ci assale  anche per il continuo cambiamento del paesaggio che comprende l’attraversamento di boschi, prati, ruscelli .


Arrivati al rifugio ci sistemiamo ed entriamo a mangiare: Vittorio non vedeva l’ora .




Dopo pranzo ci concediamo una breve passeggiata per ammirare in tutta la sua bellezza la posizione dove è situato  il “Coca”
 

Degli escursionisti conoscitori di questi luoghi ci propongono un altro giro per il ritorno e noi prendiamo al volo il consiglio
 

Durante la discesa optiamo per una deviazione a sinistra che si inoltra nel bosco passando per una valle molto suggestiva e meno battuta del sentiero tradizionale .
 
Questo nuovo sentiero si addentra in un piccolo borgo montano con case rurali ristrutturate  e dopo pochi minuti eccoci già di ritorno alla macchina ma soddisfatti della giornata.

11 agosto 2012

Ferrata Tomaselli-Monte Lagazuoi (Dolomiti: gruppo Fanes)


 
Ferrata  Cesco Tomaselli - Monte Lagazuoi (Dolomiti Gruppo Fanes)

Un  anno dopo le Torri del Vajolet volevo assolutamente ritornare ad immergermi nel paradiso delle Dolomiti e come al solito ci ha pensato Franco ad organizzare la cosa: approfittando di essere in vacanza entrambi in Trentino e nello stesso periodo, il guru miradolese della Montagna ha studiato un attimo le varie opzioni e infine mi ha snocciolato 3 o 4 escursioni che aveva pianificato con cura.

Quella più affascinante fra quelle proposte, comunque tutte ugualmente belle, mi è sembrata la Ferrata Cesco Tomaselli, con partenza dal Passo Falzarego, salita al Piccolo Lagazuoi, avvicinamento all’attacco della Ferrata (Bivacco Della Chiesa) percorrendo l’inizio della Val Travenanzes all’ombra delle Tofane e poi finalmente la Ferrata vera e propria, molto tecnica e panoramica, che raggiunge la Punta Sud delle Fanes 2980 mt.

Ritorno passando per il Rifugio Lagazuoi e discesa attraverso gli scenari della Prima Guerra Mondiale, fra le trincee Austriache e le intricate Gallerie scavate in questo monte, conteso tra gli eserciti Italiano e Austro-ungarico.

Detto=Fatto! Sabato 11 Agosto prendo la macchina, e da Riva di Tures dove sono in vacanza scendo in Val Badia e raggiungo Franco proveniente da Colfosco e ci dirigiamo alla meta. Siamo in tre: io (Giuseppe), Franco ed Alessandro (grande appassionato di montagna, degno figlio di cotanto padre).

Arrivati al Passo Falzarego lasciamo la macchina al parcheggio da dove parte la funivia che porta direttamente e comodamente al rifugio Lagazuoi. Noi naturalmente la evitiamo per poter salire le pendici del mitico Lagazuoi in tutta tranquillità, senza perderci un solo metro di quell’ambiente fantastico che pian piano ci rivela panorami mozzafiato delle belle e numerose cime che circondano questa zona (o come potranno insinuare i malpensanti, per non pagare i 14 Euro a cranio del biglietto: piògi!).
Il Piccolo Lagazuoi con il rifugio, punto di arrivo della funivia



Al suo fianco la Punta Berrino e sotto di essi la cengia Martini, da dove partono le gallerie della Grande Guerra che portano alla cima.

8 luglio 2012

Rifugio Gherardi - Orobie Bergamasche


8 luglio 2012

 
Domenica 8 luglio : la nostra meta è il Rif. Gherardi nelle Orobie Bergamasche. Al solito zoccolo duro Ivan e il sottoscritto, si aggiungono Angela e Grazia .

Partenza di buon mattino per la Valtaleggio, situata lateralmente alla Val Brembana; più ci addentriamo più si restringe sino a formare un canyon molto suggestivo .
 

Arrivati si parcheggia al bordo strada e iniziamo a salire una prima rampa che ci conduce agli alpeggi dei Piani di Artavaggio
 
 
Dopo appena mezzora di cammino ecco apparire sopra di noi un magnifico esemplare di Aquila Reale


La camminata prosegue tranquilla in mezzo ai prati e a mano a mano che saliamo vediamo spuntare le cime del Resegone e della Grigna. I soliti ritardatari Ivan e Grazia continuano a fotografare fiori.
 
 
Dopo un’ora e mezza circa di cammino giungiamo in vista del rifugio e con sorpresa  vediamo che si sta svolgendo una festa degli alpini con banda musicale al seguito .


Arrivati ci sistemiamo tranquilli ad ascoltare le melodie musicali che trovano nel brano Signore delle Cime la massima espressione ed emozione.



 Prima di sederci a tavola ci mettiamo all’ascolto della  Santa Messa che viene celebrata all’aperto e animata dagli alpini.



Dopo la celebrazione il meritato pranzo




Dopo aver mangiato ci concediamo una passeggiata nei dintorni del rifugio
e da un’altura nelle vicinanze si riesce a vedere un pezzo del lago di Como .
Ma la giornata giunge al termine e bisogna a malincuore rientrare .
 

Un grazie ai partecipanti per la bellissima  escursione.

24 giugno 2012

Rifugio Grassi


24 giugno 2012


Il rif. Grassi si trova  tra le valli Lariane e le valli Bergamasche; si può salire in funivia da Barzio e in 2 ore si arriva al rifugio,  oppure  dalla Valtorta .
 Io e Ivan scegliamo la seconda opzione anche se il percorso si allunga di un’ora .
Arrivati al parcheggio degli impianti sciistici a Ceresola  si inizia a salire per un sentiero ben marcato,  in mezzo a una zona di faggeti  e ci porta al congiungimento  con la via che arriva da Barzio .
 
L’ambiente inizia a cambiare , al posto dei boschi incontriamo  ampie zone prative coperte di fiori .


Anche la nebbia ci appare e inizia a salire per  i fianchi della montagna ma noi proseguiamo fiduciosi perché sappiamo che il sole farà il suo dovere e ci accompagnerà per tutto il giorno .


Il sentiero prosegue in costa ed è molto suggestivo con degli scorci su  strapiombi molto belli. Dopo una sosta ad una fontana che sgorga tra le rocce, giungiamo in vista della meta


Il rifugio si trova su una conca di prati  che raggiungiamo agevolmente anche per il fatto che dopo esserci lasciati alle spalle il maggior dislivello, il sentiero è sempre in piano.


Arrivati , scambiamo  quattro chiacchiere con altri escursionisti poi si va a pranzare concludendo il tutto con un bel grappino …… intanto a scendere “ tuti i santi  iutun “.



Dopo la foto di rito riprendiamo il cammino per il ritorno


Mentre Ivan si cimenta in acrobazie da 6 grado io gli dico di stare coi piedi per terra



Ma lui i piedi per terra non li vuol tenere e prova a spiccare il volo .



Ma dove vuoi andare senza il paracadute ?

Forse è meglio che riprendiamo il sentiero , ma quello vero che porta verso nuove avventure …
 

 

 

22 gennaio 2012

Monte Maggiorasca

22 Gennaio 2012

 Ebbene sì, sembra d‘essere al giro d’Italia dove il punto di partenza è lo stesso di arrivo …………. perché è proprio qui che finiva il nostro andar per monti nel 2011 ed è da qui che riparte nel 2012 .

Io Ivan e Vittorio ci troviamo in Val D’Aveto per una camminata che ci porterà al Monte Maggiorasca  ma a differenza del mese scorso non raggiungiamo Santo Stefano , ma passato lo Zovallo proseguiamo verso la Rocca del Prete: la nostra prima meta sarà la cascata dell’Acquapendente.
Vittorio, salendo verso la Rocca

La colata glaciale dell'Acquapendente

Dopo mezz’ora circa di cammino ci inerpichiamo fin sotto la colata di ghiaccio della cascata, molto suggestiva, poi riprendiamo il sentiero che si inoltra nel bosco fino al rif. Cipolla.  Con dispiacere lo troviamo chiuso così proseguiamo per il ponte tibetano, ma appena appoggiato un piede il nostro Vito decide che oggi non è giornata e cosi riprendiamo il percorso verso il M. Maggiorasca  .
Ma vialtri sì mati

Ivan scende dal Dente della Cipolla


Arrivati in cima ci fermiamo vicino alla grande statua della Madonna di Guadalupe  che abbraccia tutta la Val D’Aveto ma sotto di noi una coltre di nubi ci impedisce di veder il mar Ligure.
Verso la vetta del Maggiorasca
Pausa pranzo sulla terrazza del Rifugio
La statua della Madonna di Guadalupe


Il sentiero di ritorno ci fa passare di fianco al canale Martincano ancora ghiacciato e arrivati al prato della Rocca  proseguiamo sino al parcheggio e ancora una volta torniamo a casa soddisfatti.