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2 luglio 2011

Torri del Vajolet - Catinaccio (Rosengarten)

Il mitico Frank per i primi di Luglio organizza un'escursione coi fiocchi:  ferrata Santner per raggiungere le Torri del Vajolet nel gruppo del Catinaccio e successivo percorso circolare al suo interno, in un ambiente dolomitico mozzafiato.
Oltre a Franco siamo io (Giuseppe) e Vittorio;  Luigi suo malgrado ci tira il pacco all'ultimo giorno.
Partenza alle 6.00; mi sento fortunato ad andare in Trentino a fianco dei suoi due massimi esperti a Miradolo: uno di cime e rifugi e l'altro di Birrifici artigianali locali (lascio a voi abbinare le rispettive competenze ai miei due accompagnatori).


Il Latemar













Arrivati al parcheggio della seggiovia ci attende subito un panorama unico: la maestosità del Latemar con le sue eleganti guglie slanciate verso il cielo, che subito mi strappa l'ormai famoso motto "Ma Franco, ma in da m'et purtà?"
Saltiamo sulla seggiovia impazienti di arrivare al rifugio Fronza - 2337 mt - (base di partenza per la ferrata Santner) e subito scatta una gara a tre per fotografare le bellezze che ci circondano.
Sappiamo benissimo che non ci sarà storia perchè fra noi c'è Vittorio, il "Poeta del click" che infatti sbaraglia il campo con la foto qui sotto.
In quest'immagine (rigorosamente protetta da copyright e che ho potuto pubblicare solo su consenso dell'autore) possiamo capire, come ci spiega Vittorio, che le montagne sono il tramite tra noi, la natura ed il cielo ma che non potremo mai vedere con occhio nitido questo grande mistero.
L'ermeticità di questo e di molti altri scatti di Vito può essere colta e svelata soltanto da fini intenditori di Fotografia e da animi nobili e sensibili: noi non siamo nè l'uno nè l'altro e quindi, anche con un po' di invidia, li abbiamo bollati semplicemente come "sfuocati".
Ma bando alle ciance e torniamo a noi: dal Fronza ci inerpichiamo subito verso la ferrata immersi in un ambiente di meraviglie di pietra, come potete vedere qui sotto.


Ci lasciamo alle spalle un pinnacolo suggestivo

Con Franco che ci guida possiamo andare dappertutto
                                    

Franco, prima dell'attraversamento di un passo, dà le ultime raccomandazioni a Vito: "Quello che vedrai oltre potrebbe non piacerti".
"Tranquillo Franco,ghè nanca la stria ca ma spaventa"
                                     


Ci affacciamo al passo. Vito: "Ma vialtri si mati! Putost che pasà dadlì vo a frà"
Ma poi si lascia convincere e tutti e tre passiamo agevolmente il canalone innevato a strapiombo e percorriamo un altro gustoso tratto di ferrata prima di arrivare al passo Santner.

Vito all'attraversamento del canalone


Franco riprende la salita dopo l'attraversamento, lasciandosi alle spalle questa imponente lingua di neve


Il passo dal quale si accede al canalone

Altro tratto caratteristico della ferrata


Eccoci arrivati al Passo Santner

Da qui possiamo vedere la nostra meta odierna: il rifugio Re Alberto - 2620 mt - sovrastato dalle mitiche Torri del Vajolet.
Chi ha occhi buoni potrà vedere sulla prima Torre a sinistra dei pazzi che la stanno scalando in arrampicata.
Nella foto successiva lo zoom di Franco vi mostrerà meglio i temerari.


Ecco la foto vincitrice del concorso "QUESTA LA METAM IN SA FEISBUC" ed ancora una volta è il Poeta ad aggiudicarselo. L'artista ha colto l'attimo fuggente e, sfidando la temperatura polare se ne esce in ciabatte dal Rifugio e , indovinando gli unici 5 minuti in cui il vento ha dato tregua e non increspava la superficie del laghetto, ci ha regalato questo scatto veramente suggestivo.
 






Approfittando del fatto che il nostro professionista della Foto si dedicasse volentieri a ritrarre la flora montana gli ho chiesto per 3 o 4 volte il nome dei fiori che stava fotografando ma dopo che per altrettante volte mi ha risposto "Quest chi l'è al Fiore Comune" ho capito che la botanica non era nè il suo forte nè la sua passione, ma che si interessava solo dell'estetica, della magia della Natura che riesce a incastonare le sue gemme anche nei posti più impervi e severi.
A proposito: come avrete tutti riconosciuto quello nella foto si chiama "Alisso sdraiato" ... della famiglia dei Fiori Comuni aggiungerebbe Vittorio.






Alla sera risaliamo al passo Santner ed attendiamo il tramonto.
Nonostante delle fastidiose nubi oscurassero il sole, questo è riuscito a fare capolino per qualche secondo e tanto è bastato a Franco per regalarci quest'immagine del Latemar e del Catinaccio che si accendono di un caldo colore arancione.

Alla mattina, dopo la nottata all'accogliente rifugio Re Alberto, scendiamo a valle e ce lo lasciamo alle spalle, incoronato dalla massicciata del Re Laurino.

Arriviamo al Riugio Vajolet: si vede anche dalla foto che Vito è un po' provato dalle fatiche di ieri ma sia io che Franco siamo rimasti piacevolmente sorpresi da questo fotografo prestato all'Alpinismo che, alla sua seconda ferrata, ha superato con disinvoltura tratti di arrampicata non semplici e sentieri molto esposti.  Complimenti Vito!

Io e Franco non abbiamo molta voglia di far subito ritorno al Fronza e addocchiata questa valle la percorriamo tutta fino al Rifugio Passo Principe. Da lì partiva una ferrata molto impegnativa che portava sulla cima più alta del gruppo: il Catinaccio di Antermoia. Ci siamo ripromessi di affrontarla nei prossimi anni.

Eccoci al Rifugio Passo Principe: in fondo alla valle, al rif. Vajolet ci aspetta Vittorio e poi, attraversando il panoramico Passo delle Coronelle, ritorneremo al rif. Fronza e quindi giù con la seggiovia fino al parcheggio.
Siamo in tanti, a Miradolo e dintorni, a dover ringraziare quest'ometto che ho di fianco in foto.
Quest'icona dell'Alpinismo miradolese da decenni con la sua passione ci contagia e ci coinvolge in avventure che sicuramente da soli non avremmo non solo tentato ma neanche immaginato.
Grazie Franco per ricordarci ogni tanto che nella vita bisogna fermarsi un attimo e godere delle bellezze che Qualcuno ci ha messo a disposizione.